Coronavirus: i problemi mentali che ne deriveranno

Coronavirus

Una volta passata la fase acuta d’emergenza di Coronavirus si rischia di vedere in tutto il mondo l’emergere di un’altra pandemia per i problemi mentali che ne deriveranno. Il fenomeno è stato ampiamente studiato da diversi specialisti nella salute mentale.

In generale, lo stress cui tutti noi siamo stati sottoposti in questo periodo, per una serie di motivi che vanno dall’isolamento sociale, alle preoccupazioni economiche lavorative, passando per la mancanza di attività piacevoli e molte altre deprivazioni, tende a far peggiorare qualunque tipo di psicopatologia (in particolare modo se di tipo depressivo).

Gli ipocondriaci in questo periodo sono drasticamente peggiorati. Vivono tormentati dal dubbio di aver preso il Coronavirus e hanno aumentato così l’attenzione ai segnali di presunto malessere e l’utilizzo improprio degli strumenti volti a cercare informazioni e rassicurazioni riguardo ai propri sintomi percepiti.

In generale chi soffre di un disturbo d’ansia si preoccupa in modo eccessivo e irrazionale di non essere sano e, in questo caso specifico, di aver preso il Coronavirus. Chi soffre del cosiddetto disturbo ossessivo compulsivo (doc) si può attivare al di là del ragionevole pericolo.

La persona può essere tormentata con dubbi del tipo “e se…” pressoché infiniti, portandola di conseguenza a veri e propri riturali di lavaggio e disinfezione di se stessi e degli oggetti che vanno oltre a qualsiasi raccomandazione scientifica.

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Le ricerche inoltre dimostrano come il nostro stile di vita sia peggiorato durante la quarantena. Peggiora la qualità del sonno, si rimane svegli con la preoccupazione sulla situazione di salute ed economica, con un aumento dell’utilizzo di prodotti fitoterapici e farmacologici. Aumenta la quantità di cibo ingurgitato per placare l’ansia, con la tendenza a ingrassare.

Sei italiani su dieci non hanno usato il tempo libero per fare sport, ma per stare ai fornelli. Significativa inoltre la percentuale di stress psicologico subito dai sanitari in prima linea, si sono rilevati diversi disturbi post traumatici da stress, con una sorta di sindrome del sopravvissuto per i medici ma soprattuto gli infermieri.

Si è talmente esposti a minacce di morte che la sensazione è quella di chiedersi perché stai sopravvivendo, in un contesto in cui la contaminazione e la paura di ammalarsi è una delle paure più grandi.

C’è l’idea di non aver fatto abbastanza e anche di non meritarsi di sopravvivere, perciò, la situazione psicologica post-pandemia, causerà stress e renderà molte persone vulnerabili, non solo quelle che già soffrivano di problemi psichiatrici precedenti.

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Da cui l’importanza fin d’ora di attuare un programma nazionale di prevenzione attraverso il potenziamento della rete di servizi di salute mentale già esistente sul territorio e delle numerose forme di consulenze online telefoniche di varie associazioni.

La rete deve essere pronta ad assistere le persone in difficoltà, non solo per le conseguenze dirette della pandemia ,ma anche per le prossime difficoltà economiche e sociali che si presenteranno.

Ricordiamoci che l’Italia è fra i paesi più a rischio dal punto di vista economico e saranno diverse le persone che perderanno il lavoro o si impoveriranno.

Ragionevole aspettarsi che dopo l’emergenza Coronavirus vedremo un aumento di persone che sviluppano timori ossessivi di contaminazione, che mantengono livelli ipocondriaci di ansia per le malattie, che manifestano disturbi post- traumatici da stress.

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