Secondo i dati forniti dall’ OCSE i disturbi mentali gravi riducono la speranza di vita in media di 20 anni rispetto alla popolazione generale, in modo analogo alle malattie croniche come le malattie cardiovascolari. 
Di certo i problemi di salute mentale rappresentano in Italia una sfida ineludibile che il sistema sanitario è chiamato ad affrontare. Pertanto, una stima affidabile del fabbisogno di salute mentale costituisce un elemento chiave per riuscire a calibrare e organizzare servizi efficaci e interventi economicamente sostenibili. Fino ad oggi il sistema di cura per la salute mentale in Italia offre ai circa 2 milioni di soggetti una risposta molto limitata. Di fatto molte persone vengono seguite unicamente dai medici di medicina generale o da altri servizi sanitari ( consultori, servizi di psicologia territoriale/ ospedaliera) o da specialisti privati. I dati perciò pongono pesanti interrogativi sull’adeguatezza dell’offerta assistenziale, sulle barriere all’accesso, sulla reale capacità dei servizi pubblici di intercettare i disturbi psichiatrici comuni.

Altro dato curioso è che cresce il numero degli uomini che chiede aiuto, anche se 3 pazienti su 4 sono donne, in pratica il 75% dei malati. Lo scenario prefigurato è quindi quello di una prossima grande “epidemia sanitaria“ e di conseguenza quello che possiamo definire il “paradosso della salute mentale“, ossia la contrazione degli investimenti a fronte di un cospicuo aumento dei problemi di salute mentale nella popolazione italiana!.