Non di rado capita di osservare come lo smartphone o il tablet siano diventati dei validi “riempitivi” di minuti nel nostro tempo libero: essi rappresentano l’antidoto immediatamente fruibile alla noia, all’attesa, e ciò vale non solo per gli adulti ma anche per i più piccoli .
Di fronte al bambino annoiato , che frigna, che richiede di essere intrattenuto dall’adulto, una risposta molto frequente è l’offerta del telefonino per distrarlo. Tale strategia , utilissima in alcune situazioni in cui il genitore non può dedicare la propria attenzione al bambino, rischia di essere impiegata con una frequenza eccessiva , a scapito di quelle basate sull’interazione faccia a faccia, indispensabili per l’acquisizione e il potenziamento dell’autoregolazione emotiva.
Pur dotato di efficacia distraente, l’apparecchio priva il bambino di elementi essenziali dell’interazione faccia a faccia che contribuiscono in modo significativo al suo sviluppo emotivo e socio-cognitivo .


Quindi è importante soprattutto un lavoro di prevenzione: insegnare ai bambini e agli adolescenti ad autoregolare l’uso dello smartphone e ad un utilizzo meno massiccio del telefonino. Un esercizio da suggerire ai ragazzi potrebbe essere quello di provare a lasciarlo a casa in alcune occasioni, non pensarci per qualche ora, utilizzarlo solo se strettamente necessario per disabituare la mente alla necessità di contattare gli altri.
Quando invece l’uso diventa una dipendenza e si manifestano segnali di astinenza, quali l’irritabilità e la paura di rimanere disconnessi, una soluzione da considerare è quella di rivolgersi ad uno specialista.
Quindi si al tablet e smartphone, a patto che vengano inseriti in un ecosistema educativo: non abolire la tecnologia, ma farne un buon uso, con intelligenza, e di evitare che possa arrecare dei danni a partire dai bambini!.