Immigrazione: una stanza troppo stretta per tutti.

Barbara BoffiChiudiamo e apriamo, apriamo e chiudiamo…un bel tormentone sull’immigrazione che alla canzonetta estiva di turno gli fa le scarpe. Insomma, non è che a seconda di come tira il vento del bipolarismo, l’Italia riesca a plasmare i propri confini come un bel modellino Dido’…non si allarga e non si allunga.

Tanto c’è e tanto deve bastare; superficie del territorio 301.338 km quadrati e punto. Mi ritengo una persona ospitale, quella dell’aggiungiamo un posto a tavola che c’è un amico in più e che tanto dove mangiamo in 3/4 mangiamo anche in 5/6.. ecco bene, ma da qui in poi mi fermo.

Eh si perché se casa mia contiene nel confort giusto 5/6 persone, con tutta la buona volontà e gli sforzi possibili, mi devo considerare arrivata… 
Immaginiamo la nostra Italia proprio come la casa dove vive ognuno di noi, e ci mettiamo tutto, dai monolocali, ai villoni super capienti, ma quando tutti, proprio tutti questi edifici sono stati ben farciti, ecco che agli occupanti in esubero rimane l’unica alternativa di, ahimè, appendersi alle finestre, un po’ in bilico per la sopravvivenza e non è di certo un bel vivere confortevole, ma è quello che sta accadendo a tutti noi, ovvero il raccatto delle briciole.

Il problema dell’immigrazione è che stretti stretti si vive poi male tutti, non solo gli ultimi arrivati. Bene, quindi senza farne una questione politica, morale, religiosa, di tolleranza etc etc, ma semplicemente pratica, l’Italia è satura e nonmenefregauncacchio se il partitello di turno in questa valle di lacrime che un governo decente non lo vede da un secolo, mi sciorina che “Internazionale” fa figo e l’Europa ci applaude con premi e cotillon per l’immigrazione… in questa casa piccina piccina non ci stiamo più! Full! Game over. 

Ai ben pensanti posso dire che per quello che riguarda l’immigrazione abbiamo dato quello che dovevamo dare, per decenni…zitti, mesti e misericordiosi abbiamo accolto chiunque, quindi non fatemene una questione di razzismo perché non ci sto.

Mangi pane e salame, sei razzista. Se sei incinta e chiedi che ti cedano il posto sul bus, sei razzista perché dovevi chiederlo al vecchietto la e non all’africano, becera che non sei altro!. Fai una multa ai no Tikets sul bus e sei razzista perché guarda un po’, caschi sempre sugli extracomunitari. 

Ormai va di moda, riempie bene la bocca di tutti, suona radical chic quando devi essere sprezzante, ha una certa risonanza, ed è terribilmente Cool. Libero arbitrio a questo aggettivo.

E davvero credetemi, non voglio generalizzare, c’è un sacco di brava gente che lavora, rispetta e si fa un mazzo tanto, ma anche con tante belle agevolazioni che noi ce le sogniamo, sopratutto quando decidi di aprire una qualsivoglia baracca e ti tocca chiuderla il mese dopo perché si rivela un’emorragia economica.

Siamo stati anche noi immigrati! Chioseranno alcuni, e per generazioni!!.
Ok ve la passo, salvo però che l’immigrazione negli altri paesi è gestita in un altro modo e se non ti adegui ai loro diktat, usi e costumi vieni rispedito con un bel calcio nel deretano direttamente al mittente.

Eh si, perché parliamo pure del fatto che questo discorso del razzismo è un po’ tendenzioso… razzista io che non voglio integrare o gli “ospiti”che non si integrano?. Non mi pare infatti che ne abbiano sempre voglia…
Perché noi siamo buonisti e qui a casa nostra ognuno può professare le proprie personali abitudini, magari che cozzano apertamente col Made in Italy.

State comodi suvvia, fate come se foste a casa vostra e tanto di riverenza…, ma il proverbio sentenzia: dopo 3 gg l’ospite puzza! e onestamente se un tizio entra a casa mia e fa quel cacchio che vuole, dopo 10 minuti si ritrova dall’altra parte dell’uscio con un “è stato bello finché è durato”.

A questo punto il rispetto per le nostre regole e usanze? Tradizioni e religione? Dove lo mettiamo? Sotto le scarpe? Siamo tanto bravi a rispettare gli altri, ma noi stessi?.

Gli altri paesi UE sono molto gelosi del proprio patrimonio culturale e quelli col più elevato indice di progresso hanno uno spiccato senso nazionalista. 
Se una classe delle elementari di Firenze, culla delle più grandi espressioni artistiche, non può partecipare ad una meravigliosa gita culturale al museo dell’arte per la mostra di Chagall, che espone anche icone, e l’arte è arte signori, perciò mi raccomando, terra franca rispetto a qualunque inclinazione, perché questo evento urterebbe la sensibilità religiosa di una manciata di personcine, allora mi spiace ma che la urtino pure, di certo nel mio paese a casa dalla gita non ci stanno i miei figli.

Piuttosto si proponga in seguito un’altra occasione di scambio culturale. 
Se il nostro Cristo in croce troneggia indisturbato da decenni dietro le cattedre, conciliando laici e cattolici, mi dite perché ora il suo posto è nel cestino?. Qualcuno ha mai sentito di altri paesi dove per 4 cristiani si censura una pratica religiosa?.

Non si dimostra la tolleranza rinnegando le proprie radici e svilendo la propria identità. Ma la si dimostra nella coesistenza rispettosa delle reciproche culture. In altri paesi dalla forte identità, i casi citati non sarebbero nemmeno stati presi in considerazione.

Eh si perché poi si sfocia nella sfera dell’ottusità e chiusura mentale tipica dei fanatismi che rade a zero ogni buon senso. Insomma smettiamola con questo perbenismo intellettualoide da salotto Tv, di tante belle parole e pochi fatti, soprattutto a spese d’altri.

Noi ci siamo per dare una mano, siamo stati i primi nella storia recente, abbiamo accolto a braccia aperte fiumi e fiumi di sbarchi, ci siamo per condividere, per integrare, per mediare culturalmente, ma il troppo è troppo.

E giustamente il politicante di turno ragiona con le tasche degli altri, ovvero noi comuni cittadini che con tasse, sussidi e altro, manteniamo questa immigrazione senza fine. Per poi trovarci con i nostri italiani indigenti a fare la fame, le file alla Caritas, senza un tetto sopra la testa.

Ora non voglio certo dire che nel 2019 non dobbiamo essere ben disposti e fare dell’accoglienza di qualità, ma come detto tante righe più su, direi che questo albergo 5 stelle deluxe sia al completo.
E come conseguenza ultima consideriamo anche che se mancano risorse e lavoro per tutti, il “ Don’t Have a Money” porta inevitabilmente delinquenza e direi che anche di quella ne abbiamo già abbastanza della nostra. 

Allora teniamoci cara la nostra Italia, imponiamoci un po’ di più per i nostri diritti, non cediamo sempre a questi maccheggi politici. Non dobbiamo arrenderci e assoggettarci alla politica distorta, incoerente e corrotta.

Conviviamo pure in un allegro e colorato condominio, perché lo scambio rispettoso di culture arricchisce sempre. Ma prima che diventi tutto un’enorme Babele, mettiamoci davvero un forte e poderoso fermo sociale. 
E voi cosa ne pensate?.

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